La primavera sboccia anche in cucina con profumi e sapori
Qui scatta il romanticismo vero e proprio, e l'oceano di ricordi che ogni tanto vengono a trovarmi.
Per me che ho vissuto un periodo nel casertano, l'inizio della primavera ha sempre coinciso con San Giuseppe e con la Pasqua.
Ricordo giornate miti, ma anche rigide, con colpi di coda invernali stupefacenti, specialmente se le vacanze cadevano a fine marzo o i primi giorni di aprile.
Il giorno di San Giuseppe e la vigilia
San Giuseppe è il giorno in cui già grandicello, andavo con mio cugino a comprare le Zeppole di San Giuseppe.
Se capitava di domenica eravamo spesso reduci da una mega serata vissuta la vigilia, quindi il 18, tra i vicoli di Cascano di Sessa Aurunca, dove accorrevano, ed accorrono ancora, migliaia di avventori provenienti da ogni dove per degustare minestre di legumi, salsiccia e friarielli, pagnotte cotte in forni a legna dette ''coccetelle'' e dell'ottimo vino. Il tutto rigorosamente offerto dagli abitanti dal luogo.
Le vacanze di Pasqua
Ma il legame più forte ce l'ho con il periodo pasquale, dove mia nonna faceva il pane nel forno a legna, e una marea di pastiere con il riso.
Essendo Pasqua oltre a fare i filoni ed i formati tradizionali, sfornava il pane rotondo con il buco al centro con 3 uova posizionate a giro, oppure per noi bambini la ''pupatella'' che era un salsicciotto di pasta intrecciato, con un uovo messo nella parte più larga.
Cose che ci facevano sentire speciali, anche perché nonna ci faceva le pastiere senza canditi perché a noi piccoli non piacevano.
Ci sentivamo ricchi, con l'uovo di Pasqua, la pastiera, ed un pane tutto nostro.
L'odore di legna di olivo, il caldo del caminetto, il contrasto con l'esterno che spesso era ancora fresco.
Quella frenesia positiva che dettava le azioni, e quella soddisfazione quando si rientrava a casa con il cofano della macchina pieno di pane caldo e profumatissimo avvolto da grandi coperte antiche.
Tutto in quei momenti sembrava la normalità, oggi invece quei giorni sono un film registrato su videocassetta andato perso, che non si trova più.
Se avessi avuto delle fotografie le avrei sicuramente custodite gelosamente, ma nessuno ha pensato mai di scattarne qualcuna in quei periodi.
Ho tenuto alla fine del racconto la poesia della pastiera napoletana, ed il suo odore che si diffondeva in tutti i vicoli dei paesi.
Anche se mia nonna faceva le pastiere di riso, riuscivo comunque a racimolare fette di pastiera napoletana, quella che ti inebria con il suo profumo di fiori d'arancio.
Non potete immaginare quante volte quest'odore mi ha letteralmente rapito.
Vi spiego meglio: durante la cottura della pastiera gli aromi sprigionati escono dalle case invadendo gli androni ed i vani scala, ma anche le stradine dei paesi, quindi anche da bendato riconoscerei di essere in Campania durante la Vigilia di Pasqua.
Ho ricordi più nitidi per quel che riguarda il tortano napoletano ed il casatiello.
Sono di una bontà indescrivibile, però mia nonna non li faceva, probabilmente perché non richiesti in famiglia, mentre più avanti li ho cercati io stesso.
Mantenere oggi la tradizione e creare nuovi ricordi
Oggi, anche se sono fuori dalla mia zona faccio sempre la Pastiera napoletana, il Tortano napoletano, il Casatiello e se riesco anche le Zeppole di San Giuseppe.
Il pane purtroppo non riesco a farlo per ovvi motivi logistici, però per il resto cerco di mantenere vive le vecchie abitudini, magari proponendole alla mie maniera.
Voi che ricordi avete della primavera in cucina?
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